Sui tirocini trionfalismo ingiustificato

June 21, 2019

L’andamento quantitativo dei tirocini in Sardegna coincide con i programmi di finanziamento pubblici alle imprese, per uno strumento che tra l’altro è già a bassissimo costo.

Nel 2017 sono stati attivati 8.418 tirocini con una variazione rispetto all’anno precedente del +59,7% mentre nel 2018 la cifra è rimasta pressoché stabile con 8.343 attivazioni. Un picco storico coinciso con l’avviso pubblico del luglio 2017 e terminato nell’autunno 2018, che ha permesso alle imprese di reclutare per oltre un anno tirocinanti alla modica cifra di 150€ contro i 400€ standard previsti dalle Linee Guida regionali.

Secondo i dati del nostro Osservatorio tra Gennaio e Maggio 2019 l’ASPAL, tramite i suoi Centri per l’Impiego, ha attivato 1.292 tirocini (a questo dato andrebbero aggiunti i tirocini attivati da soggetti promotori diversi da ASPAL autorizzati dalla normativa regionale, dati cui non possiamo accedere, ma essendo l’ASPAL il principale soggetto promotore si rende bene l’idea), una cifra relativamente bassa che riflette il minor utilizzo in assenza di programmi speciali. La continua promozione dei tirocini con costi bassissimi o addirittura a costo zero per le imprese, come è il nuovo bando presentato due giorni fa dall’assessora al lavoro, generano un effetto sostituzione dei contratti regolari in favore dei tirocini formativi, ormai strumento collaudato dalle imprese per utilizzare forza lavoro a bassissimo costo e occultare rapporti di lavoro subordinati veri e propri.

I dati rilasciati dal direttore dell’ASPAL Temussi sul 58% dei tirocini trasformati in rapporti di lavoro, di cui il 40% in contratti a tempo indeterminato, a parte non essere verificabili (la loro pubblicità è stata una delle nostre richieste presentate alla precedente Commissione Lavoro del Consiglio Regionale) e non rendere nota la base numerica non ci dicono nulla sulla qualità dei contratti di lavoro, e letti da una prospettiva diversa ci dicono che solo il 23% dei tirocini si è trasformato in un contratto a tempo indeterminato.

Noi intanto continuiamo la battaglia per cambiare le regole sui tirocini e renderle più stringenti, in un mercato del lavoro che di incentivi fiscali e di strumenti di flessibilità alle imprese ne offre fin troppi.

Se tutta la Commissione Lavoro e la Giunta regionale precedenti hanno innalzato un muro di gomma contro le nostre richieste, promettiamo che anche alla nuova Giunta faremo sentire la nostra voce, a cominciare dalla richiesta di riportare la durata massimo del tirocinio a 6 mesi, di aumentare l’indennità di partecipazione e stabilire un divieto chiaro di attivazione di tirocini per tutta una serie attività lavorative a bassa specializzazione.

La rete “Cambiamo le regole sui tirocini – Sardegna”

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